giovedì 19 settembre 2013

Fantasmi, torture e leggende La Milano che mette paura

tratto da Il Giornale del 1-02-2013

di Simonetta Caminiti 

A ogni città, come nemmeno a una donna, restano in dote eterni «misteri». Incognite racchiuse in un monumento, figure umane mimetizzate in un muro, oggetti scomparsi che un tempo erano sotto gli occhi di tutti.
E perfino - così dicono - visite di spettri affascinanti. A scrutare i dettagli di Milano, rebus e leggende sembrano non finire mai.
Nella Basilica di Sant'Ambrogio, appena fuori dalla struttura, sorge una curiosa colonna in marmo: sulla superficie, due profondi fori distanti tra loro circa 25 centimetri. Praticamente un paio di occhi aperti. Secondo la leggenda, il diavolo cercò di tentare e sedurre Sant'Ambrogio proprio lì: da quelle fessure che - dicono - sprigionano tuttora odore di zolfo. Quando si dice «se queste mura potessero parlare», forse non si sa che certe mura, a Milano, possono «ascoltare». In via Serbelloni 10, il citofono non funziona più; ma ha ancora la forma scolpita nel marmo di un grosso, dettagliatissimo, orecchio umano.
C'è poi una strana ghiacciaia, nel giardino di villa Filzi (via Sant'Elembardo, zona Gorla). Gli speleologi dello SCAM hanno scoperto che due secoli fa il suo interno era un tempio ipogeo i cui culti sono un completo mistero. Un passato molto più esposto al pubblico (ma più antico ed esoterico) è il «Museo delle torture». Vicino alla Pusterla di Sant'Ambrogio, questo luogo è una vera e propria mostra di strumenti di tortura diffusi nel medioevo. Ghigliottina, ruota, garrota, «schiacciapollici», letto di tortura: la sola vista di questi oggetti oggi dà le vertigini. A ciascun colpevole il suo strumento di sofferenza. Inclusa una bara dal nome poetico e lo spirito impietoso: la «vergine di ferro», sorta di sarcofago colmo di spuntoni col quale venivano puniti i falsari.
Molto più tenera la vista della statua di Pinocchio, in Corso Indipendenza. Esposta nel 1956, uscita dalle mani dell'artista Attilio Fagioli, l'opera ritrae il beniamino di Collodi trasformato in bimbo in carne e ossa. Accanto a lui, originariamente, riposavano il gatto e la volpe. Che fine avrà fatto il gatto? Restano, accanto a Pinocchio, solo le sue orme. Un banale atto vandalico sotto le spoglie di un felino che si dilegua. Eppure, il mistero su chi abbia portato via il bellissimo micio è rimasto impunito.
In corso Sempione, invece, occhio all'«oggetto fuori posto». Nientemeno che... una stazione ferroviaria. O quello che ne resta. Cioè un respingente delle carrozze che sbuca dall'erba; questo piccolo reperto apparterrebbe a una linea ferroviaria che collegava Milano a Gallerate.
A ogni città, infine, le sue leggende sui fantasmi. Qui ce ne sono di illustri. Maria Callas - mormorano in tanti - farebbe capolino alla Scala ogni tanto. Perché proprio lì? È lì che fu fischiata senza pietà in una delle ultime esibizioni e oggi si divertirebbe a spaventare i milanesi. Lo spettro di Bernarda Visconti (la figlia di Bernabò, condannata a morire di fame dal padre per adulterio) non avrebbe mai lasciato il chiostro di Radegonda a detta di molti testimoni. E Lucrezia Borgia ha collezionato più apparizioni di Fabrizio Corona, ma solo alla Pinacoteca Ambrosiana. C'è poi un'altra donna speciale (visto che i fantasmi privilegiano a Milano il sesso femminile), che si anniderebbe nel Duomo. Il suo nome è Carlina, sposa vestita di nero che spunterebbe splendida nelle foto di chi convoglia a nozze, ma solo in Duomo. Lì dove - dicono - fu amata, rincorsa e perse la vita centinaia fa.

martedì 17 settembre 2013

Il Ghost Hunting

di Roberta Faliva
(tratto da http://www.hesperya.net/ghost-hunting/)
Happy Price
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Definire il Ghost Hunting una vera e propria scienza attualmente è improprio. Possiamo   consideralo quella branca della ricerca parapsicologica che cerca di dare una risposta, con mezzi scientifici, a quelle fenomenologie paranormali che interessano i presunti casi di apparizioni o infestazioni spettrali.
Sin dall’antichità l’uomo ha sempre creduto all’esistenza di una vita dopo la morte e ha sempre cercato di entrare in contattato con i defunti. Tutto questo interesse nasce dall’esigenza di credere all’immortalità della coscienza e rassicurarsi contro l’angoscia e la paura della morte. Credere ai fantasmi non è mai stata una vera esigenza ma già in tempi più remoti ci sono state esperienze tramandate fino a noi. Una di queste è raccontata da Plinio il Giovane che parla di un caso riguardante il filosofo greco Atenodoro ( I sec. a.C.)  e descrive le paure per qualcosa che non conosce; lo sgomento per comunicazione difficile da stabilire rispetto a quello che a noi appare superiore; il conforto per ciò che sembra darci una speranza dopo la morte.
Il primo vero pioniere della pratica del Ghost Hunting fu Harry Price. Egli, nell’Inghilterra della seconda metà dell’Ottocento, cercò di applicare il rigore dell’indagine scientifica a quel delicato equilibrio di filosofia e fede che era intrinseco nella metafisica di quel periodo storico. Price rese pubblica una materia tanto eccentrica e sconosciuta come quella “della caccia ai fantasmi” utilizzando un metodo che ancora oggi possiamo ritenere valido che consisteva nel stabilire una scala di variazioni di temperatura e di pressione, che erano punti comuni in ogni sospetta vera apparizione spettrale. Sfruttando questi nuovi parametri, Price smascherò inoltre una serie impressionante di falsi medium.
 
Con il passare degli anni e con il progredire della tecnologia, il “cacciatore di fantasmi” è diventato un vero e proprio ricercatore, che utilizza una strumentazione sofisticata quanto complessa, atta rilevare l’interazione fisica del fenomeno paranormale nell’ambiente in cui lo stesso si verifica. Lo scopo del Ghost Hunter è proprio quello di documentare con più precisione possibile eventuali fenomeni paranormali al fine di raccogliere una valida documentazione che permetta poi un approfondimento da parte di studiosi ed esperti. Il Ghost Hunter conduce preferibilmente la sua indagine in un ambiente inquinato il meno possibile da fattori esterni, per poter avere quindi una visione più reale della situazione investigata. Proprio per questo molti investigatori del paranormale conducono le ricerche in quel lasso di tempo che va dal tramonto all’alba: quando i rumori quotidiani tacciono e l’attenzione è tutta per quei suoni che durante il giorno possono sfuggire. Percepire la presenza di un fantasma è in assoluto il tipo di esperienza più insolita, che non può non lasciare un segno nella vita di chi la vive. In alcuni luoghi infestati si può persino sentire l’odore di uno spirito, fino ad arrivare a provare sensazioni contrastanti di tristezza e rabbia o di pace e tranquillità.
Oggi, in un mondo attento solo all’aspetto materiale e che nega tutto quello che non si può né vedere né sentire, è molto difficile parlare di argomenti che vanno oltre l’esperienza sensibile e che, soprattutto, si affacciano al mondo del paranormale. Eppure, così concentrati su quello che ci circonda, non pensiamo che le stelle che di notte scorgiamo nel cielo non esistono più da migliaia di anni. Quei puntini bianchi splendenti, che ancora vediamo, non sono allora i “fantasmi” di quelle stelle che hanno smesso di brillare?

venerdì 6 settembre 2013

Milano esoterica

Segnaliamo questo libro che si occupa dei misteri e delle leggende di Milano.
Autore: Antonio E. Piedimonte
pagg.: 352 pagine
Editore: Intra Moenia

Per una recensione vi rimando qui

mercoledì 4 settembre 2013

Il Volo "Eastern Airlines 401"

 di Roberta Faliva




Il 29 dicembre 1972 il Lockheed L-1011 Tristar che operava il volo è precipitato mentre eseguiva un approccio di routine verso l’aeroporto di Miami uccidendo 5 dei 13 membri dell’equipaggio e 94 dei 163 passeggeri.


il relitto dell'aereo
Il relitto dell'aereo
Ufficialmente l’incidente fu attribuito all’incapacità dei piloti di accorgersi che il pilota automatico fu accidentalmente disattivato mentre stavano verificando un malfunzionamento al carrello di atterraggio. Il particolare motivo per cui è conosciuta la storia del volo 401 è che, nei mesi successivi all’incidente, si sono verificati numerosi casi di avvistamento di fantasmi nei voli Eastern Airlines e quasi tutti i testimoni riconobbero in quei fantasmi i due ufficiali di comando del volo 401. Don Repo e Bob Loft venivano avvistati talmente spesso che la compagnia faticava a tenere nascosta la cosa.


In uno dei casi più eclatanti una hostess affermò che, mentre si riposava di nascosto durante un turno massacrante, vide quello che credeva essere il comandante del suo volo in piedi davanti a lei, che la fissava stando fermo senza dire nemmeno una parola. Parlando con una collega capì che il suo comandante non si era allontanato dalla cabina e che nessuno era entrato nell’area dove lei si era rifugiata per riposare.A volte le figure dei piloti venivano avvistati seduti accanto ai passeggeri, per poi sparire nel nulla; una volta addirittura il viso del comandante fu visto riflesso nel vetro di un forno utilizzato nella cucina di un aereo. L’ipotesi dei fantasmi fu avvalorata quando si scoprì che la Eastern Airlines era riuscita a recuperare dei pezzi funzionanti dal volo 401 e li aveva riciclati su altri aerei ed era proprio su questi aerei che gli avvistamenti si concentravano.

La cosa fece talmente scalpore che la compagnia si vide costretta a rimuovere quei pezzi ma, nonostante una forte attenuazione degli episodi di avvistamento, i fenomeni non si placarono. La Eastern Airlines fallì e gli aerei furono venduti ad altre compagnie aeree e da quel momento non si ha più avuta notizia di fenomeni di apparizione.Si tratta sicuramente di uno dei casi con il più gran numero di testimoni al mondo.

le ricerche dei superstiti
le ricerche dei superstiti