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sabato 23 agosto 2014

Così nacque Godzilla, il mostro più amato

tratto da Il Giornale del 22 agosto 2014

di Gianfranco de Turris

Godzilla compie sessant'anni. È il «mostro» più famoso del cinema mondiale con ventisette seguiti e due rifacimenti americani dell'episodio di esordio: il primo (1998) pessimo, un vero fiasco, nonostante la regia fosse affidata al famoso Roland Emmerich, quello di Stargate e Indipendence Day , che realizzò un Godzilla che assomigliava ad Alien; il secondo uscito da poco e diretto da Gareth Edwards, un esperto di effetti speciali.

Il titanico sauro del Mesozoico apparve nel 1954 nell'omonimo film di Ishiro Honda, il regista giapponese specializzato nella fantascienza e nel fantastico. Godzilla, però, non è come ci si potrebbe aspettare semplicemente una brutta bestiaccia che semina distruzione realizzata solo per spaventare. Ha un suo preciso valore simbolico. L'idea venne nel 1952-3 al vicedirettore della società cinematografica Toho che si chiamava Mori, il quale, come raccontò in una intervista Honda, pensò «di legare in un film la paura della bomba atomica... all'apparizione di un mostro preistorico». Tomoyuki Tanaka, produttore della Toho che aveva ben presenti i film di mostri realizzati negli USA, la concretizzò. Erano trascorsi appena sette-otto anni dall'annientamento di Hiroshima e Nagasaki e il ricordo e la paura erano ancora profondissimi. Nacque così Gojira che in giapponese si pronuncia Gogilà e che venne trasformato in Occidente in un nome che nella pronuncia inglese suonasse quasi uguale. Nella intervista citata Ishiro Honda spiega anche l'origine del termine originale: Gojira è la fusione dell'inglese gorilla e del giapponese kujira, balena, ed era il soprannome di un tecnico cinematografico della Toho robusto e tozzo, passato scherzosamente al mostro.
Tutte queste notizie ce le raccontano Luigi Cozzi e Riccardo Rosati in Godzilla 2014 (Profondo Rosso, pagg. 150, euro 19), un libro che percorre, film dopo film, la storia di questa bestia che terrorizza il mondo, ma soprattutto il Giappone.

Essa infatti, oltre a simboleggiare la paura dell'atomica, affonda nei ricordi ancestrali del popolo nipponico e nella sua mitologia: come ci spiega Riccardo Rosati il pericolo viene spesso da mare nei miti giapponesi, e Godzilla, risvegliato dagli esperimenti atomici americani nel Pacifico, emerge dalle acque dell'oceano seminando la morte. Cozzi invece ricorda che dal punto di vista cinematografico Godzilla ha almeno due antenati-ispiratori: King Kong (1933) e Il risveglio del dinosauro (1953).
La saga di Godzilla, con i suoi alti e bassi e differenti registi (ad un certo punto il ciclopico sauro si trasformerà in difensore del Giappone ed in un simpatico mostro amico dei bambini) attraversa tutta la storia del dopoguerra del Paese del Sol levante, descrivendone indirettamente la varie fasi di crescita e di trasformazione economico-sociale, evidenziati da Rosati: 1954-1975, 1984-1995. 1999-2004. La saga di Godzilla va oltre il puro divertimento da ragazzini. Alle sue spalle è possibile vedere qualcosa d'altro: il ricorso ai miti, il messaggio contro i pericoli dell'uso bellico dell'atomo, la descrizione di come si è evoluta/involuta la società giapponese abbandonando le sue tradizioni e sempre più occidentalizzandosi.