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domenica 19 aprile 2020

IL VANGELO SEGRETO DEI TAROCCHI

tratto da L'Opinione del 18 marzo 2015

di Paolo Ricci

Si intitola “I Tarocchi. Il Vangelo segreto” il libro di Carlo Bozzelli (Edizioni Mediterranee, 22 euro). Un testo molto interessante e pieno di spunti di riflessione sui Tarot (questo è il nome corretto), che propone una lettura degli Arcani maggiori in relazione a codici e leggi che ne permettono una più chiara comprensione. La lettura che propone Bozzelli non è infatti un suggerimento per la divinazione o per interrogare i Tarocchi e riceverne risposte, bensì egli offre un accurato studio sulla loro aderenza alla religione cristiana, alla conoscenza antica, agli archetipi, ragionando sempre su concetti chiari e precisi, dimostrati con cura e dovizia nei minimi particolari.

Tanti i riferimenti storici sui simboli, sui loro significati, sulle interpretazioni possibili e probabili rispetto al contesto culturale di riferimento. Viene esposta una struttura cifrata che ne favorisce una comprensione rispetto al funzionamento, al significato esoterico e al corretto modo di utilizzare i Tarocchi. La storia di queste carte si perde nella notte dei tempi. È condivisa l’idea che discendano dai Libri di Thot e che abbiano attraversato la storia per arricchirsi di elementi da tutta l’umanità e da tutta la spiritualità. Proprio per questo i Tarocchi sono archetipi, ma non solo. Come suggerisce Bozzelli, “gli Arcani, difatti, possono essere impiegati come un raffinato apparato di decodifica e si trasformano in chiavi d’interpretazione straordinarie per decifrare antichi testi sacri, scritture rivelate e messaggi tradizionali tramandati in forma occulta”.

Quindi l’autore propone non solo un excursus storico sull’origine dei Tarocchi, ma ne descrive con attenzione la loro relazione con la tradizione cristiana dei primordi rispetto a precise figure a essa legate cercandone il senso nascosto, sempre riferendosi ai codici e alle leggi. Un approccio sicuramente originale, forse unico, quello proposto da Bozzelli, che partendo dai principi generali conduce il lettore verso un orizzonte di conoscenza molto vasto e sicuramente ricco di stimoli e di riflessioni inattese.


sabato 3 agosto 2019

UN’INTRODUZIONE A JULIUS EVOLA

tratto da L'Opinione del 18 ottobre 2017

di Paolo Ricci

Quella di Julius Evola è stata una figura scomoda nel panorama filosofico e intellettuale italiano, di questo si è già scritto (e ogni tanto se ne scrive) abbastanza. Ma al contempo la sua personalità, eclettica e di grande spessore, stimola la riflessione su numerosi aspetti: dal mondo contemporaneo alla spiritualità, dall’industria culturale all’esoterismo.

Il cammino del cinabro (edizioni Mediterranee) è una specie di vademecum per affrontare Evola e la sua complessa speculazione. Il filosofo ha prodotto numerosi titoli, molti dei quali spesso messi all’indice per le idee forti. Nel cammino del cinabro Evola si racconta proponendo una biografia attraverso le sue opere e il confronto con altre personalità della sua epoca. Tra le tante iniziative a cui Evola prese parte si può ricordare il Gruppo di Ur. Fondato dal matematico Arturo Reghini e dal filosofo Colazza, entrambi esoteristi, vollero che proprio Evola fosse il primo direttore della rivista Ur. Il Gruppo intendeva trattare le discipline esoteriche e iniziatiche con serietà e rigore, riferendosi a fonti certe e con spirito critico. Ambiti i suddetti molto cari a Evola. Questi si dedicò poi all’esplorazione delle origini della Tradizione studiando e trattando autori come Bachofen, Guénon, Wirth, Zolla e altri.

Nel volume sono riportate molte lettere scritte da Evola e diversi documenti che lo riguardano, testimonianze di una vita operosa e sempre intellettualmente stimolata da numerosi interessi da cui scaturirono riflessioni complesse ed eterogenee, come quella sul mondo moderno: “È più o meno noto che mentre l’uomo moderno ha creduto e, in parte, tuttora crede al mito dell’evoluzione, le civiltà antiche quasi senza eccezione e perfino le popolazioni selvagge riconobbero invece l’involuzione, il graduale decadere dell’uomo da uno stato primordiale concepito non come un passato semi-scimmiesco ma come quello di un’alta spiritualità (...)”, così Evola si rifà a Esiodo proponendo una riflessione sulle quattro età del mondo. E ancora sulla civiltà del tempo e sulla civiltà dello spazio, passando per le vite dei santi, i Misteri, il “Bene” e il “Male”, metodi e spunti.

Il cammino del cinabro (i cui riferimenti al mondo ermetico sono evidenti) permette di comprendere la nascita e il percorso delle tesi evoliane così come la “visione del mondo” di questo filosofo sui generis che ha sempre mantenuto (nonostante tutto) una coerenza di fondo lungo tutto il suo personale cammino.


sabato 8 agosto 2015

Jung oltre Jung

tratto da L'Opinione del 28 luglio 2015: http://www.opinione.it/cultura/2015/07/28/ricci_cultura-28-07.aspx

di Paolo Ricci

Si intitola “Jung il mistico. Dimensioni esoteriche della vita e degli insegnamenti di Carl G. Jung” il libro di Gary Lachman (Edizioni Mediterranee). Un testo molto interessante che racconta la vita dello studioso narrandola secondo una prospettiva nuova, sconosciuta, fortemente legata agli aspetti esoterici delle riflessioni di Jung.
A differenza di una biografia convenzionale, quella di Lachman affronta in maniera chiara e nei particolari la dimensione meno nota e occulta dell’opera del grande psicanalista, narrando di eventi personali dello studioso che in qualche modo hanno favorito riflessioni profonde, mistiche, esplicitandone i contenuti secondo un’ottica che non può essere fraintesa. La figura di Jung appare anche fragile, conflittuale, ma viene messa in risalto la personalità fortemente creativa che lo fa discostare dalle regole dell’ambiente freudiano e che lo porterà a fondare la sua psicologia analitica, e proprio da qui l’opera dello studioso spazierà poi nei campi inesplorati e spesso negati.
Come scrive Paolo Crimaldi nella prefazione, questa biografia “possiede un valore aggiunto che è quello di far comprendere e portare alla luce la complessità delle idee junghiane - soprattutto di quelle non legate strettamente alla psicoterapia - e il forte conflitto con cui esse furono elaborate (...)”.
Discostandosi in parte da un approccio psicologico, pur sempre tenendone conto, Lachman raccoglie gli aspetti meno noti della vita e delle esperienze di Jung e di come questi fosse interessato a una comprensione psicologica dei processi di trasformazione della personalità che sono alla base, secondo lo studioso, delle pratiche religiose, ermetiche, gnostiche e alchemiche. Jung è sia lo scienziato positivista, sia il cercatore instancabile che si allontana dai dogmi scientifici per addentrarsi nell’alchimia, nell’astrologia. Oltre il corpo e la psiche, ma sempre con lo sguardo verso l’anima dell’essere umano.