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martedì 13 settembre 2016

Notarella sul Logos

in collaborazione con l'autore Michele Leone

tratto da: http://micheleleone.it/noterella-sul-logos/

Il Logos delle scienze ermetiche

La <<questione>> del Logos mi attanaglia da diverse lune. Non è, questa nota, un tentativo di comprensione del Logos in senso filologico, non lo vuole essere neanche in senso filosofico ampio.

Il mio interrogarmi è sul senso e significato del Logos nelle Scienze Ermetiche; inquisire il Logos significa anche arrivare ad occuparsi di Massoneria e del Grande Architetto dell’Universo, di quanto è demiurgico e di quanto è legato alla parola Ergon ed al lavoro dell’artigiano. Affronterò questo argomento in altra sede.

Al Logos, nelle Scienze Ermetiche, non si può non assegnare la qualità di principio creazionale. Questo principio non dovrebbe essere letto come principio razionale, ma, come, principio ordinatore, come il principio portare di ordine. Il Logos è il disvelamento dell’Essere nel Mondo Universo. Questo disvelamento, che più avanti vedremo meglio, non da tutti è colto e per coglierlo bisogna essere nel silenzio. Attraverso il disvelamento è la manifestazione dell’Essere, nel disvelamento la possibilità dell’esserci di comprendere e quindi tornare all’Essere. Attributi del Logos sono: Il verbo come discorso che diviene Logos teleios (Discorso perfetto) quando Ermete parla per dell’Amore/Eros nel Libro Sacro dedicato ad Asclepio.  La Forza, intesa come principio vitale e indispensabile alla crescita. La forza che è insita nelle parole ed estinta nei termini.  Il Pensiero, che è sia quello razionale che quello pre o post razionale, la capacità dell’esserci di cogliere con la mente le idee astratte e le leggi della natura. L’Azione, senza azione non vi sarebbe né manifestazione né disvelamento, ma l’Essere resterebbe inconoscibile nella sua silenziosa immobilità. Il Mito per sua natura è così intimamente connesso al Verbo da potersi in alcuni casi identificare con questo. Mentre il Verbo, può essere suono non articolato in lettera e quindi in parola, il Mito è la narrazione del disvelamento dell’Essere.

Il disvelamento che è la creazione avviene per mezzo del Logos. L’agire del Logos, che chiama a sé Hermes mediatore, è quanto può essere compreso dall’esserci. In un gioco di specchi, perché siamo sempre nel labirinto, gli attributi del Logos sono strumenti dell’esserci. Il Simbolo ed il Legein sono le possibilità dell’esserci di lavorare (Ergon), di provare a ripercorrere il filo di Arianna ed uscire dal labirinto degli specchi e trovarsi innanzi alla Luce dell’Amore.

Dal Logos al Simbolo e viceversa, ma il ritorno al Logos per sua natura è complesso. Argo dai cento occhi è custode di Io, Hermes prima lo addormenta e poi lo uccide per liberare Io così come gli è stato chiesto da Zeus. Così l’esserci deve uccidere le sue proprie sovrastrutture, quelle parti che come Argo non hanno mai tutti gli occhi chiusi, per poter liberare il proprio Io che in realtà è il Sé della moderna psicanalisi.

Mi rendo conto della possibile poca chiarezza di questa nota, spero l’immagine renda meglio delle parole. Il Logos e quanto è ad esso connesso sarà un argomento sul quale tornerò a più riprese nei prossimi articoli. Vi saluto con l’incipit del III libro del Corpus hermeticum: <<Discorso Sacro>> di Ermete:

Gloria di tutte le cose è Dio e il divino, e la natura è divina. Principio degli esseri è Dio, e intelletto, e natura, e materia, essendo sapienza per la rivelazione di tutte le cose. Principio è il divino, e natura, energia, necessità, fine e rinnovamento.

Gioia – Salute – Prosperità