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mercoledì 21 dicembre 2022

Alla scoperta di Stonehenge: quando andare e cosa vedere

tratto da "Il Giornale" del 16 Settembre 2021

Stonehenge è un complesso megalitico dal grande fascino, visitato soprattutto durante equinozi e solstizi: tutti i consigli su quando andare e cosa vedere

di Angela Leucci


Stonehenge è forse il complesso megalitico più affascinante al mondo. Tale fascino deriva sia dal fatto che costituisce una testimonianza preistorica antichissima, sia dal mistero che avvolge quest’opera dell’uomo, tutt'oggi ammantata di leggende.

Si ritiene infatti che il suo scopo fosse quello di costituire un osservatorio astronomico. Tuttavia, nel tempo, alcune pietre sono cadute e state ricollocate: pochi monoliti sono quindi nella collocazione originaria, sebbene siano stati spesi impegni ed energia per decenni a cavallo tra ‘800 e ‘900, al fine di restituire una verità storica, artistica e scientifica al luogo. Ma molti interrogativi restano aperti ancora oggi.

Il luogo in ogni caso è una delle mete preferite degli over 60: Stonehenge viene vista e studiata a scuola, visitata attraverso i tour virtuali, ma è tutto un altro paio di maniche essere lì, soprattutto in determinati periodi dell’anno. Come in occasione dell'equinozio d'autunno o, ancora, del solstizio d'estate.

Cos’è il complesso di Stonehenge

Stonehenge è definito un cromlech, ossia un complesso costituito da menhir e triliti disposti in circolo. È stato menzionato per la prima volta dallo scrittore Diodoro Siculo nel I secolo a.C. ed è ritenuto opera dei druidi - anche se leggenda vuole che sia stato Re Artù a ordinare ai giganti di portare il complesso litico nel luogo attuale. Le ipotesi più accreditate dagli studiosi indicano che il complesso risale all’età del bronzo e fosse utilizzato per rituali pagani.

Cosa vedere a Stonehenge

Naturalmente la ragione principale che porta i visitatori a Stonehenge è il cromlech. Va però sottolineato come il complesso megalitico sia recintato, quindi durante le visite guidate il punto più vicino alle pietre che si può raggiungere è situato a 10 metri dalla struttura. Sono ammesse però delle visite speciali, al di fuori dell’orario delle visite guidate e quindi all’alba e al tramonto: si può restare sul luogo, camminando tra le pietre per un’ora, in gruppi di 26 persone per volta.

Nei dintorni del cromlech sono presenti delle case neolitiche, che sono per la verità delle ricostruzioni delle abitazioni un tempo occupate da chi costruì di fatto il cerchio di monoliti.

Inoltre nei pressi c’è un piccolo museo. Questa mini-esposizione contiene oltre 250 resti archeologici, come ceramiche, gioielli, strumenti da lavoro e resti umani. Visitando il museo si possono approfondire le varie teorie su Stonehenge, sulle persone che anticamente utilizzavano questo luogo e sul perché sia stato costruito.

Quando recarsi a Stonehenge

È meglio visitare il cromlech durante i mesi più caldi, quindi tra maggio e ottobre, perché la zona non gode sempre di bel tempo e quindi si rischia di rovinarsi la gita. Tuttavia, a ridosso di solstizi ed equinozi, si generano particolari giochi di luce durante le albe o i tramonti. Di conseguenza, partire a ridosso di questi fenomeni astonomici è sicuramente un'idea suggestiva per poter apprezzare al meglio il sito archeologico.

La data non è sempre la stessa ogni anno, sia perché il complesso megalitico ha subito delle modifiche, sia perché le date di solstizi ed equinozi cambiano ogni anno, dato che il calendario solare è una convenzione che non tiene conto dei tempi residui in termini di ore e minuti relativi ai movimenti dei pianeti intorno al Sole.

Consigli per visitare Stonehenge

Il cromlech si trova a 145 chilometri a ovest di Londra, nella contea del Wiltshire, nella pianura di Salisbury. La città più vicina è Amesbury e i collegamenti sono capillari, dato che si tratta di una meta davvero molto ambita.

Il luogo è esposto ai venti e alle intemperie, per cui si consiglia di vestirsi adeguatamente e portare ombrelli e impermeabili - previo controllo delle previsioni del tempo.


giovedì 31 luglio 2014

Nei falò di San Giovanni il segno del sole

tratto da Il Giornala del 9 giugno 2006

di redazione

Notte di S. Giovanni: i falò, antica memoria di un passato precristiano, illuminano la notte. Ma questo è noto a tutti: ciò che, forse, è meno noto, è che la natività di San Giovanni Battista viene celebrata, con apposite cerimonie, dalle Logge massoniche di qualsivoglia Obbedienza. Non solo: la Massoneria celebra - e sempre in occasione del Solstizio (questa volta l'invernale)- anche San Giovanni Evangelista, Logge di San Giovanni sono definite quelle dei primi tre gradi massonici (quelli definiti Massoneria Azzurra) e, di nuovo, i due San Giovanni sono i santi patroni delle antiche confraternite operative dei «muratori» inglesi. Ma poiché la Massoneria non è una religione ma un'Istituzione Iniziatica che, al di là e al di sopra delle religioni storiche, pratica l'esoterismo nel solco della Tradizione, il significato di tale pratica non può sicuramente quello specificamente e riduttivamente cristiano: per comprenderne il motivo bisogna guardare, necessariamente, al simbolismo solstiziale nella sua globalità.
Il Solstizio d'Estate è il momento in cui il sole comincia a sorgere sempre più a sud sull'orizzonte (e, analogamente, col Solstizio d'Inverno, sempre più a nord), determinando l'accorciarsi delle giornate: il trionfo del Sole, quindi, è solo momentaneo, perché nel mondo dell'impermanenza questo prelude, inevitabilmente, alla sua discesa sino ad arrivare all'altro culmine, quello invernale, in cui finalmente può risorgere.
Come ha osservato quel Maestro della Tradizione Integrale che è René Guénon, ciò che ha raggiunto il suo massimo può ormai solo decrescere, e ciò che è giunto al suo minimo può solo crescere: per questo, il Solstizio d'Estate segna l'inizio della metà discendente dell'anno, il Solstizio d'Inverno quello della metà ascendente.
I due Solstizi, quindi, sono complementari e rappresentano i due punti estremi dell'anno solare: non deve trarci in inganno il fatto che non coincidano esattamente con i solstizi (i due Santi vengono festeggiati dalla Chiesa latina il 24 giugno ed il 27 dicembre), perché siamo comunque in presenza di un periodo di tempo sacro che permette una dilatazione simbolica dell'evento.
Ma se teniamo presente che nel mondo greco i due solstizi venivano chiamati «porte», il simbolismo solstiziale diventa molto più chiaro: non siamo in presenza di quella religione cosmica inventata dai positivisti occidentali, ma al cospetto di una visione metafisica di tutto rispetto. Il solstizio d'estate rappresenta la «porta degli uomini» e quello invernale la «porta degli dèi»: sono le aperture che collegano i mondi, il simbolo del passaggio tra il mondo terreno del divenire e quello celeste, caratterizzato dall'eternità e dall'aspazialità. Ora, se teniamo presente che il mondo degli antenati e quello degli dèi, nel simbolismo cosmico, non sono posti esattamente a sud e a nord, ma a sud-ovest e nord-est, comprendiamo perché la ricorrenza dei due San Giovanni non corrisponda esattamente a quelle solstiziali.
Tradotto nel simbolismo proprio dell'esoterismo cristiano, San Giovanni Battista ha la funzione di introdurre gli essere nel cosmo e, quindi, di proteggere e preservare l'universo: ecco il perché dei riti, come i falò o le ruote infuocate che, richiamando il simbolismo solare, hanno la funzione di allontanare il male. Ma il cosmo, nel linguaggio simbolico, viene spesso rappresentato dalla caverna, cosa che, nel linguaggio massonico, corrisponde alla Loggia: la volta stellata, il simbolismo assiale Oriente-Occidente e Nord-Sud, rendono perfettamente l'immagine di un «loka», cioè di un universo.
Celebrando San Giovanni, la Massoneria non si limita a rievocare le tradizioni pre-cristiane di un periodico rinnovamento cosmico, ma riesce a riportare la tradizione religiosa cristiana all'interno di un ambito sapienziale di più vasta portata: e, così facendo, il Mito e il Simbolo, ancora una volta, dimostrano così la loro vitalità e la loro capacità di saper parlare, anche in questi tempi, all'uomo di oggi.

sabato 29 dicembre 2012

Il Natale cos'è

pubblicato su L'Elzevirista del 15 dicembre 2011

di Vito Foschi

Il 25 dicembre si festeggia la data di nascita di Gesù anche se i più non sanno che si tratta di una data arbitraria fissata a posteriori per sovrapporsi ad una festa pagana. La vera data di nascita di Gesù non è nota e nei secoli ci sono state svariate proposte ma mai nessuna conclusiva. La data del 25 dicembre è stata scelta da papa Giulio I nel 336, per sovrapporsi alla festività pagana Dies Natalis Solis Invicti (Il giorno natale del Sole Invincibile) festeggiato in tutto l'impero romano e nel resto d'Europa. Il 25 dicembre era inoltre anche una festività ebraica, in cui si festeggiava la restaurazione e la purificazione del tempio profanato da Antioco Epifane e porta il nome di "Hannukah" o festa della Dedicazione o festa delle Luci.
La Chiesa Cattolica ha spesso sovrapposto alle festività pagane le proprie per estirpare più velocemente le credenze pagane anche se come effetto collaterale parti di tali credenze si sono perpetuate sotto vesti cristiane. Così, per esempio, i vari santi che proteggono ogni attività umana non sono altro che una riedizione del pantheon greco-romano con i vari dei che sovrintendono alle varie azioni dei mortali.
La scelta di tale data potrebbe sembrare casuale, legata a contingenze, ma in realtà ha un profondo significato simbolico.
Il 25 dicembre è in prossimità del solstizio d'inverno ovvero del giorno in cui il sole illumina la terra per il tempo più breve all'anno. Le ore di luce iniziano a crescere da quella data per raggiungere il massimo al solstizio estivo il 21 giugno per poi tornare a diminuire fino al minimo del solstizio invernale.
Il solstizio d'inverno ha rappresentato una scadenza importante per tutti i popoli antichi la cui vita era scandita dalle stagioni e dai ritmi naturali. Sapere che le ore di luce tornavano a crescere e ci si avviava verso la primavera doveva essere una grande gioia. Avere più ore di luce significava aver più tempo per procurarsi il cibo o legna o comunque riuscire ad avere più ore attive. Non dimentichiamoci che non avevano un sistema di illuminazione ed in ogni caso illuminarsi aveva un costo.
Questo ciclo astronomico di crescita e decrescita delle ore di luce è stato accostato al passo del vangelo di Giovanni(3, 30) in cui San Giovanni Battista dice: "Bisogna che Egli cresca e che io decada". Così alla fase discendente del sole si è legato il Battista e a quella ascendente Gesù Cristo. Per completare il simbolismo astronomico, al solstizio estivo, giorno in cui le ore di luce sono al massimo ed inizia il ciclo discendente del sole, è stata fissata la festività di San Giovanni Battista. Un altro passo evangelico in cui si fa riferimento a Gesù come sole nascente è un passo del vangelo di Luca in cui Zaccaria padre del Battista profetizza il destino del figlio e la venuta del Signore:
"grazie alla bontà misericordiosa del nostro Dio, per cui verrà a visitarci dall'alto un sole che sorge per rischiarare quelli che stanno nelle tenebre e nell'ombra della morte e dirigere i nostri passi sulla via della pace"(Luca 1, 78-79)
Il solstizio d'inverno, inizio del ciclo di crescita delle ore di luce si presta bene all'idea di sole che sorge. La scelta della data di nascita di Gesù per quanto a prima vista potrebbe sembrare arbitraria è invece carica di simbolismo tale da far pensare quasi naturale che il Signore non potesse che nascere in quella data