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venerdì 21 gennaio 2022

ISIDE LA MAGA: IL LIBRO DI MARIA CONCETTA NICOLAI

tratto da L'Opinione del 02 settembre 2021

di Pierpaola Meledandri


Nell’immaginario collettivo la figura di Iside apre le porte di mondi esotici, fantastici, misteriosi, occulti. Cercare di scoprire e di ripercorrere le tracce di quanto, nel corso dei secoli, ha tratto ispirazione dall’antico nume egizio, è un sentiero complesso e affascinante che si articola nel labirinto della mitologia, della storia dell’antropologia.

Maria Concetta Nicolai, l’autrice del presente volume, è una studiosa di livello internazionale; collaboratrice di importanti periodici, scrittrice affermata e ricercatrice attenta e puntuale. Ha dato alle stampe un numero impressionante di opere, alcune delle quali rivestono un’importanza fondamentale. In “Iside la Maga” conduce una ricerca a tutto campo, esaminando le fonti più disparate che vanno dal “Libro dei Morti” e i “Testi delle Piramidi” fino ai volumi pubblicati da Bricault, Cumont, Del Corno, Mila, Neuman e, in questo lungo itinerario, si sofferma spesso su altri autori come Erodoto, Platone, Tito Livio, Ovidio, Clemente Alessandrino, Goethe, Verga, Yourcenar.

“Iside Mater”, “Iside Dea”, “Iside Maga” sono solo alcuni dei tanti volti attribuiti alla divinità nilotica che, di volta in volta, ha catturato l’attenzione di autori come Plutarco e Apuleio, tanto che quest’ultimo scrive “L’Asino d’oro”, una sorta di manifesto, sotto forma di metafora della teologia isiaca. Il protagonista del romanzo, perché di un romanzo si tratta, è Lucius, un giovane e un po’ scapestrato studente, in cerca di avventure e animato da una pericolosa “curiositas”. La sua specialità è quella di mettersi nei guai e alla fine, operando da apprendista stregone, ottiene il massimo: è trasformato in ciuco. Solo alla fine riuscirà a riacquistare la sua forma umana, vivendo in forma asinina, un percorso iniziatico, complesso e doloroso che ricorda la storia di Osiride e il mito di Ra, che ogni notte deve affrontare Apopis, il demone serpente che vuole inghiottirlo.

Apuleio era un seguace dei Misteri di Iside, uno dei tanti potremo dire, perché il culto della dea si diffuse in tutto l’Impero Romano, specie in Italia dove gli Isei, i luoghi di devozione a lei dedicati sorsero un po’ ovunque, a Roma, a Ostia, a Tivoli, a Pompei, nei Campi Flegrei, a Verona, a Fiesole, a Firenze, Luni e Benevento.

Maria Concetta Nicolai procede comunque oltre il mondo classico, individuando tracce di Iside nella Regina della Notte, figura centrale del “Flauto Magico”, il capolavoro di Mozart o cogliendole nelle ricorrenze religiose cristiane. Ed ecco che Iside emerge nella festa catanese di Sant’Agata, nel mito delle Janare di Benevento, nel culto mariano della Theotokos che ha ispirato preghiere, litanie e altre forme di devozione.

Vi è infine un’altra Iside, quella cooptata da tanto esoterismo e dalla massoneria. Nel XVIII secolo, infatti, i liberi muratori, subendo le fascinazioni del Cavaliere di Ramsay si erano profusi nell’inventare e sperimentare nuovi riti: templari, rosacroce, cabalisti, alchimisti entrarono nel loro immaginario mitologico e ben presto, non resistendo al fascino della  terra dei faraoni, inserirono nel loro capiente calderone, anche un fantasioso Egitto, tanto che inventarono il complicato “Ordine di Architetti africani” suddivisi in sette gradi culminanti con la figura sublime di “Profeta”.

Anche gli Arcani Maggiori dei Tarocchi vennero considerati retaggio del misterioso e inesistente “Libro di Thoth”, legato alla cosmologia del pantheon egizio. Così Oswald Wirth, autore di un notissimo testo sui Tarocchi e sulla relativa simbologia, associò la figura di Iside al secondo Arcano Maggiore, la Papessa, Sacerdotessa del mistero e della notte.

Leggendo “Iside la Maga”, opera interessantissima e innovativa per la propria interdisciplinarità, si può affermare che Iside non è mai scomparsa, giacché fra tutte le divinità antiche è quella che meglio rappresenta sotto ogni aspetto l’eterno femminino, pertanto si può affermare con il prefatore dell’opera, Luigi Pruneti, che “Iside vive sempre laddove vi siano donne orgogliose di esserlo”.  


(*) Maria Concetta Nicolai, “Iside la Maga”, prefazione di Luigi Pruneti, Ianieri Edizioni, 2020, pagine 214, 18 euro



domenica 19 aprile 2020

IL VANGELO SEGRETO DEI TAROCCHI

tratto da L'Opinione del 18 marzo 2015

di Paolo Ricci

Si intitola “I Tarocchi. Il Vangelo segreto” il libro di Carlo Bozzelli (Edizioni Mediterranee, 22 euro). Un testo molto interessante e pieno di spunti di riflessione sui Tarot (questo è il nome corretto), che propone una lettura degli Arcani maggiori in relazione a codici e leggi che ne permettono una più chiara comprensione. La lettura che propone Bozzelli non è infatti un suggerimento per la divinazione o per interrogare i Tarocchi e riceverne risposte, bensì egli offre un accurato studio sulla loro aderenza alla religione cristiana, alla conoscenza antica, agli archetipi, ragionando sempre su concetti chiari e precisi, dimostrati con cura e dovizia nei minimi particolari.

Tanti i riferimenti storici sui simboli, sui loro significati, sulle interpretazioni possibili e probabili rispetto al contesto culturale di riferimento. Viene esposta una struttura cifrata che ne favorisce una comprensione rispetto al funzionamento, al significato esoterico e al corretto modo di utilizzare i Tarocchi. La storia di queste carte si perde nella notte dei tempi. È condivisa l’idea che discendano dai Libri di Thot e che abbiano attraversato la storia per arricchirsi di elementi da tutta l’umanità e da tutta la spiritualità. Proprio per questo i Tarocchi sono archetipi, ma non solo. Come suggerisce Bozzelli, “gli Arcani, difatti, possono essere impiegati come un raffinato apparato di decodifica e si trasformano in chiavi d’interpretazione straordinarie per decifrare antichi testi sacri, scritture rivelate e messaggi tradizionali tramandati in forma occulta”.

Quindi l’autore propone non solo un excursus storico sull’origine dei Tarocchi, ma ne descrive con attenzione la loro relazione con la tradizione cristiana dei primordi rispetto a precise figure a essa legate cercandone il senso nascosto, sempre riferendosi ai codici e alle leggi. Un approccio sicuramente originale, forse unico, quello proposto da Bozzelli, che partendo dai principi generali conduce il lettore verso un orizzonte di conoscenza molto vasto e sicuramente ricco di stimoli e di riflessioni inattese.


mercoledì 29 novembre 2017

Il castello dei Superiori Incogniti

in collaborazione con l'autore Michele Leone

tratto da: http://micheleleone.it/il-castello-dei-superiori-incogniti/

In un luogo misterioso la serratura del portone dei Superiori Incogniti


Occupandomi di Società Segrete, Philosophia Occulta ed Hermetica, mi capita di viaggiare o di incontrare una variegata umanità: dal ciarlatano all’inquietante detentore di oscure conoscenze con tutte le sfumature di luce di tenebre che vi possono essere nel mezzo.

Molto di quanto è legato a circoli iniziatici è per molteplici motivazioni legato al silenzio e al mistero (qui trovate due brevi video sul silenzio 1) Mauna: il silenzio  2) Apuleio e il silenzio) e non tutto si può raccontare.

Oggi, ci fermeremo sulla soglia di un edificio, la cui serratura è, per chi ha occhi per vedere, l’indizio o la conferma di essere innanzi al maniero dei Superiori Incogniti.

Superiori Incogniti è il nome con cui essi sono più conosciuti, ma da indizi in dipinti e disegni del rinascimento, da alcune opere non sempre a stampa e da pochissime conversazioni da bocca ad orecchio si può scoprire che i Superiori Incogniti non sono soli, o meglio, esiste anche un altro modo per leggere la sigla S.I.: Servitori Incogniti. Certo, soprattutto oggi è più cool per usare un termine di moda parlare di Superiori Incogniti, la stessa parola superiore evoca potere e fantasticherie varie, ma lo scopo della conoscenza, il senso del vedere il Mondo Universo sotto la vera luce è quello di servire l’umanità come ben sanno quanti hanno praticato la vera Philosophia o sono stati vicini ad un Maestro illuminato.

Torniamo alla nostra serratura, l’immagine la vedete nel post, notiamo subito che è inscritta all’interno di quattro gemme o diamanti, chi è avvezzo al gioco, in particolar modo al gioco dei Tarocchi (sì, i tarocchi sono un gioco) avrà immediatamente associato l’immagine in cui è inscritta la serratura al quattro di quadri, non a caso il seme di quadri in inglese è chiamato gems o diamonds. Abbiamo, quindi, dei primi indizi, a) il numero 4 b) i diamanti o i quadri c) un collegamento con l’arte divinatoria dei tarocchi. Ognuno di questi indizi, per chi è in grado di leggerli, dà delle forti indicazioni di tipo esoterico ed è possibile la lettura degli stessi a vari livelli. Se poi si presumesse anche la lettura divinatoria allora avremmo la possibilità di leggere in altri ulteriori significati la carta quattro del seme di quadri, che non è uno degli arcani maggiori. Questa carta è una carta dal significato ambiguo e dalle possibili molteplici letture, tra le altre una di tipo materialistico ed una di tipo spirituale.

Se ci concentriamo solo sulla serratura e mettiamo da parte le punzonature che potrebbero evocare altre due gemme e quindi trasformare la nostra carta in un sei, o raffigurare due croci, è più che evidente che ci vogliono due chiavi per aprire questo portone, una a forma di S ed una a forma di I: Superiori Incogniti. In questo caso è più probabile che sia Servitori Incogniti, ma, quello che più conta è aver fatto un piccolo viaggio nel mistero e aver visto come ogni dettaglio può diventare un argomento di conversazione, come ogni indizio può aprire la strada al magico e all’ignoto. Il rischio di prendere fischi per fiaschi è elevatissimo e come diceva Vico (se non ricordo male) chi cerca quello che non deve trova quello che non vuole.

Quello di oggi è stato un divertissement, a voi scegliere quanta fantasia e quanta realtà nelle mie parole…

Gioia – Salute – Prosperità