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sabato 15 aprile 2023

“Simboli e misteri nelle avventure di Alice nel paese delle meraviglie” di Vito Foschi

Simboli e misteri nelle avventure di Alice nel paese delle meraviglie” di Vito Foschi

Per Stamperia del Valentino in libreria


“Tanto si è scritto e detto sugli aspetti iniziatici delle avventure di Pinocchio, dove a una prima spiegazione tutto sembra apparire evidente. Complice lo stesso nome del protagonista, derivato da una crasi tra ‘pineale’ e ‘occhio’, ventilando così uno stretto legame con il ‘terzo occhio’ delle tradizioni iniziatiche orientali. Molte più perplessità hanno destato invece i segnali indubbiamente presenti nell’opera di Lewis Carroll”, spiega l’editore Paolo Izzo (Stamperia del Valentino) nell’introduzione al libro “Simboli e misteri nelle avventure di Alice nel paese delle meraviglie e attraverso lo specchio” di Vito Foschi, inserito nella collana Polifemi (€ 12,00 – pagine 88).
La piccola Alice sogna, viaggia, cade in una tana di coniglio, entra in uno specchio, gioca a scacchi, incontra buffi personaggi come il Bianconiglio, il Cappellaio Matto, la Regina di Cuori, i Brucaliffo… Ma dietro tutto questo cosa si nasconde? È solo la sfrenata fantasia dell’autore o dietro ad un apparente trionfo dell’irrazionale ritroviamo antichi simboli sotto una nuova forma? La tana del coniglio è la caverna della Dea Madre, il Brucaliffo la trasformazione iniziatica, lo specchio rimanda al mito di Dioniso. Il sogno di Alice ad una lettura altra… È un viaggio iniziatico, e questo libro ne svela i significati nascosti.
“La tentazione di attribuire al semplice caso la presenza di tanti segnali affioranti nella apparentemente onirica narrazione di Carroll, parrebbe perlomeno azzardata, anche alla luce dei tanti, troppi spunti rilevati nelle due opere dello scrittore inglese, di cui in questo contesto si parla”, continua Izzo. “Un recente intervento di Jake Fior, scrittore ed esperto dell’argomento, rilasciato al quotidiano inglese The Observer, pone chiarezza sulla questione, dichiarando che Carroll aveva un preciso interesse per l’esoterismo e possedeva una ricca biblioteca con testi sul soprannaturale”.
Carrol ha scritto chiaramente un racconto per bambini, ma secondo l’autore “possiamo definire con una certa sicurezza che il viaggio della piccola Alice è un viaggio iniziatico”. E il libro di Foschi saprà meravigliare chi vorrà seguirlo in questa stupefacente avventura.

La casa editrice

Editore dal 2002, Paolo Izzo, alter-ego della Stamperia del Valentino, gestisce con estremo rigore le scelte editoriali della sua “creatura”. Il risultato è un catalogo di alto profilo sia nell’ambito della cultura napoletana, che in quello della produzione di stampo umanistico, esoterico e storico.
La Stamperia del Valentino vuole riportare all’attenzione del pubblico la Napoli colta, folkloristica e letteraria. A tal proposito seleziona opere rivolte al curioso colto come allo studioso, con un occhio all’originalità e completezza dei temi proposti.

Titolo: Simboli e misteri nelle avventure di Alice nel paese delle meraviglie
e attraverso lo specchio
Autore: Vito Foschi
Collana: I Polifemi
Prezzo: € 12,00
Pagine: 88
ISBN: 979-12-80721-45-7
Disponibilità: Marzo 2023

La Collana

Il ciclope Polifemo - che sembra risiedesse nella napoletana isoletta di Nisida - dovette il suo nome alla propensione al “molto parlare”. Un chiacchierone, dunque, stando all’etimo greco polì-femì. Questa collana mutua dal mitico personaggio omerico l’interpretazione più nobile di quel nome, intendendo proporre libri piccoli (nei costi e nel formato) ma che “hanno molto da dire” e che quindi vale la pena di “ascoltare”.

Della stessa collana
Guarda il catalogo: www.stamperiadelvalentino.it 

mercoledì 9 novembre 2022

Il Cavaliere Verde, Swamp Thing e il simbolismo del verde

di Vito Foschi

Abboccando ad una offerta telefonica per la rete Internet mi sono ritrovato con un abbonamento ad Amazon Prime gratis e nonostante non abbia tanto tempo ne ho approfittato e ho scoperto un paio di prodotti interessanti. Il primo è il film "Sir Gawain e il Cavaliere Verde" che per chi è appassionato delle vicende graaliane è da non perdere assolutamente. La storia è una resa visiva ottima e rispettosa del racconto medievale. Per il Covid in Italia non è uscito al cinema ed è reperibile solo su Amazon Prime. Interessante verso la fine del film la discussione fra Gawain e una dama sul simbolismo del verde, da un lato simbolo di vitalità, dall'altro di marcescenza.

L'altra opera, Swamp Thing, è una serie in 10 episodi ispirato all'analogo personaggio della DC Comics, la casa editrice id Superman e Batman. Il personaggio è lontanissimo dai cliché dei supereroi perché è semplicemente un mostro della palude. E l'ambientazione porta subito a stabilire un contatto con il Cavaliere Verde: nella palude non c'è la vitalità della natura e la marcescenza della vegetazione e degli animali morti? Il simbolismo del colore verde in questa serie TV è molto presente tanto da assurgere a vera e propria entità vitale con il nome di Verde, una sorta di energia derivante dalla natura vegetale. In questa opera come nel fumetto ci sono considerazioni sulla difesa della natura, ma inseriti in una sorta di visione mistica di una natura divisa in una forza del bene e in una del male in equilibrio, i cicli vitali di nascita e morte in perenne equilibrio disturbati dall'inquinamento. La presenza di elementi in qualche modo di riflessione nei fumetti non deve stupire perché attingono dalla letteratura fantastica del passato e più in generale dal tutta cultura e in aggiunta alcune opere sono indirizzate ad un pubblico più adulto. Consideriamo che i cavalieri dei racconti medievali erano una sorta di supereroi per i lettori e ascoltatori del passato. In genere i racconti fantastici si prestano bene alla trasmissioni di simbolismo e miti. Un altro accostamento fra il Cavaliere Verde e Swamp Thing è che i due personaggi in ambedue casi sono mostri vegetali. Nel primo è chiaro riferimento alla leggenda dell'Uomo Verde, rappresentante la forza della natura e simbolo di fertilità. Ma Swamp Thing non ricorda l'Uomo Verde della tradizione?

Dopo queste breve note, che forse meriterebbero un ulteriore approfondimento, non posso che invitarvi alla visione delle due opere, aggiungendo che la serie di Swamp Thing richiama le atmosfere dense di mistero degli X-Files e non potrà che piacere agli appassionati del genere.


martedì 11 ottobre 2022

Il papà racconta, nuova edizione

di Redazione


Da pochi giorni è in commercio la nuova edizione de "Il papà racconta" di Vito Foschi, creatore di questo blog, con un testo rivisto ripulito da refusi, una nuova veste grafica e sfidando la jella con una nuova fiaba, la tredicesima. E' stata creata anche un'edizione rigida da poter usare per un gradito regalo. Per gli appassionati del fantastico sicuramente un testo di interesse e soprattutto un libro da leggere ai bimbi prima di metterli a letto. Vi invitiamo a leggerlo e a regalarlo a Natale. Vi anticipiamo i 13 titoli delle fiabe:

Il drago starnutente
Il topolino bianco
Lo scoiattolo pigro
Le cavallette salterine
I maiali e i cinghiali
La fata golosa
Il nano pasticcione
Il Folletto Burlone
L’Elfo miope
Il fabbro felice
I monelli e la strega del mare
Il principe capriccioso
Il mago della moneta

A voi il libro:

 

sabato 9 ottobre 2021

sabato 26 giugno 2021

Alice nel Paese delle Meraviglie: un'analisi simbolica

di Redazione


Vi presentiamo il nuovo libro di Vito Foschi "Simboli e misteri nelle Avventure di Alice nel Paese delle Meraviglie e Attraverso lo Specchio", in cui procede ad un esame simbolico dei due racconti dedicati al personaggio di Alice inventato da Lewis Carroll, alias Charles Lutwidge Dodgson.
Il libro si apre con l'analisi de "Le avventure di Alice nel Paese delle Meraviglie" che nell'interpretazione data dall'autore diventa un viaggio iniziatico alla ricerca della vera natura del Sè per poi proseguire con l'esame simbolico di "Attraverso lo specchio e quel che Alice vi trovò" in cui la partita di scacchi in cui è impegnata la piccola Alice è la partita della vita per ricongiungere gli opposti e la scacchiera microcosmo che rispecchia il macrocosmo.
Il libro si chiude con un'appendice composto da tre saggi in cui Vito Foschi esamina il simbolismo del gioco, quello degli scacchi e quello dello specchio.
Il libro è di facile lettura e di piccola paginazione che ne agevolano la lettura. La copertina scelta dall'autore mostra Alice con una chiave in mano che solleva una tenda(velo) dove si scorge una porticina: un'immagine quantomeno simbolica.
Vi consigliamo la lettura di questo breve saggio.

 

venerdì 9 ottobre 2020

La Simbologia Occulta nella Leggenda del Graal - Vito Foschi - Book Revi...

Video recensione del libro di Vito Foschi "La Simbologia Occulta nella leggenda del Graal". Un libro che vi consigliamo di acquistare. Vi consigliamo anche di iscrivervi al canale di Roberto La Paglia che regala ogni settimana un video "misterioso" intrigante e professionale.

giovedì 6 agosto 2020

Tradizioni e Misteri vol. 3



Vi presentiamo il terzo volume di Tradizioni e Misteri con articoli di Nicoletta Travaglini, Cavaliere Vermiglio e Vito Foschi, una pubblicazione non periodica dedicata alle tradizioni e ai misteri. La pubblicazione è aperta alla collaborazione di altri. Per chi volesse proporre dei testi, l'indirizzo mail di riferimento è il seguente: tradizioniemisteri@gmail.com.


L'indice del terzo volume:

MILLE VOLTE DONNA  
BREVE RECENSIONE A "L'ALTRA EUROPA" DI PAOLO RUMOR  
LE FATE  
BREVI NOTE SUL SIMBOLISMO DEL POLPO  
I MISTERI DI ROCCASCALEGNA
LA LEGIONE PERDUTA  
BREVI NOTE SUL FILM NOAH  
LA LEGGE DEL RITMO: ESPANSIONE E CONTRAZIONE 


Sperando che l'opera possa risultare gradita ai più, precisiamo che è liberamente scaricabile e distribuibile senza apportare modifiche:

domenica 15 marzo 2020

Brevi note sul simbolismo del polpo

Di Vito Foschi

Il polpo come simbolo non è molto diffuso. Di primo acchito non può che rimandare al mare e quindi all'abisso e al simbolismo connesso. Interessante è esaminare la sua presenza nella Grecia antica. Il suo utilizzo come elemento decorativo risale alla civiltà greca più antica e compariva anche sulle monete, spesso associato a divinità quale Poseidone e in alcune anche ad Afrodite. Su quest’ultimo punto è interessante notare che per gli antichi greci il polpo era considerato un cibo afrodisiaco.
Dato il suo utilizzo decorativo aveva sicuramente una valenza positiva. Caratteristiche peculiare del polpo è la sua capacità di mimetizzarsi, di spruzzare inchiostro confondendo il nemico potendo fuggire e di aver un corpo elastico capace di adattarsi. Queste peculiarità, nell'antica Grecia, lo hanno fatto diventare sinonimo di astuzia e pertanto veniva associato alla figura di Ulisse, l'eroe greco saggio e astuto per eccellenza. In sintesi il polpo può rappresentare l'astuzia, la capacità di adattarsi alle circostanze, le trasformazioni della vita e come aspetto negativo l'inganno. Altro elemento che possiamo ricavare dall’archeologia è la sua presenza in alcune tombe di Micene che potrebbero far pensare ad un suo simbolismo legato a riti funerari forse associato all’idea di rinascita perché erano ben note le capacità di rigenerazione dei tentacoli dell’animale.
In un vecchio testo di araldica del 1680, “L’araldo Veneto”, opera di Giulio Cesare de Beatiano, il polpo è simbolo di protezione e la caratteristica che viene evidenziata è la sua capacità di attaccarsi agli scogli quando il mare è in tempesta venendo a rappresentare la tenacia e l’amante costante che non vacilla di fronte alle tempeste della vita.

Immagine da Wikipedia - Anfora Museo Archeologico di Atene 

venerdì 24 gennaio 2020

La legione perduta

Di Vito Foschi

Mi è capitato di vedere in TV il film "Dragon Blade - La battaglia degli imperi" che nei titoli di testa evidenziava che la trama traeva origine da una storia vera. In realtà, la storia è del tutto inventata incentrata su una legione romana che raggiunge un avamposto cinese sulla via della seta e da lì una miriade di avventure. Che l'Impero Romano possa aver avuto dei contatti con l'Impero Cinese non rappresenta certamente un'impossibilità storica, merci e uomini si sono sempre spostati anche se ovviamente con le difficoltà del caso.
Sono noti dei casi in cui truppe partite per spedizioni per terre lontane non siano più tornate in patria per i motivi più vari e si siano fuse in qualche modo con le popolazioni locali dando vita a peculiarità storiche che a volte hanno creato dei piccoli enigmi storico-archeologici. Un caso italiano è quello del comune di Gurro nella valle Cannobina nel Verbano in cui si parla uno strano dialetto, sono presenti parecchie chiome rosse, i cognomi sono totalmente diversi da quelli comuni nella zona e così via. Da dove nascono queste peculiarità? Il tutto risale alla battaglia di Pavia del 1525 in cui si scontrarono le truppe di Francesco I con quello di Carlo V. Nell’esercito francese erano presenti dei mercenari scozzesi che in seguito alla sconfitta trovarono rifugio nel paese di Gurro e non potendo tornare in patria perché in pieno inverno non trovarono di meglio che stabilirsi nel comune in cui avevano trovato rifugio.
Facendo una breve ricerca ho trovato notizie sulla cosiddetta leggenda della legione perduta che ha dato lo spunto al film "Dragon Blade - La battaglia degli imperi". I dati storici sono esigui pertanto si continua a parlare di leggenda più che di storia. I dati certi riguardano una spedizione romana contro l’Impero dei Parti guidata da Marco Licinio Crasso e della battaglia di Carre nella Turchia orientale, combattuta nel 53 A.C. e conclusa con un disastro per l’esercito romano. Molti legionari furono fatti prigionieri e non si seppe più nulla di loro. Alcuni anni dopo i Parti furono sconfitti dai romani, che intimarono loro di restituire i prigionieri, ma i Parti risposero che non ne sapevano nulla. Abitudine dei Parti erano di spostare i prigionieri catturati ad occidente nelle loro estreme propaggini orientali per evitare tentativi di fuga. I soldati romani furono spostati verso il Turkmenistan per fronteggiare gli Unni. Questi i dati certi, ma nel 1955 un sinologo americano, tale Homer Hasenpflug Dubs, in base allo studio degli annali della dinastia Han (206 a.C. – 220 d.C), ipotizzò una presenza romana in Cina. L’ipotesi nasceva dalle descrizioni di alcuni scontri in cui sembrano palesarsi sia le tecniche di combattimento romano come la ormai nota testuggine, sia il tipo di fortificazione formata da palizzate in tronchi di legno. La battaglia fu vinta dai cinesi che fecero circa 200 prigionieri che furono spostati ancora più ad oriente in una città che fu chiamata Li-Jen che sembra una trascrizione in cinese della parola “legione” che è anche il nome con cui i cinesi chiamavano i romani nella regione del Gangsu. A questi prigionieri fu affidato il compito di difendere i contadini dalle incursioni tibetane.
Dubs indicò come possibile locazione della città di Li-Jen, l’attuale Zhelaizhai, in prossimità di Langzhou sulla Via della Seta e da qui lo spunto per il film. Sono state fatte delle ricerche nella località, ma per ora non è stata trovato nulla di significativo che avvalorasse l’ipotesi. Che una legione romana abbia raggiunto il Celeste Impero ad oggi rimane una possibilità non suffragata da sufficienti prove.

venerdì 13 dicembre 2019

La Legge del ritmo: espansione e contrazione


di Vito Foschi

Chi si appresta a leggere o studiare testi esoterici o più generale spirituali si troverà a che fare con il concetto di ritmo o movimento che spesso fa il paio con quello di dualità, perché il ritmo è fatto di due movimenti, potremmo dire di andata e di ritorno o più precisamente di espansione e contrazione. È facile mostrare l’esistenza del ritmo nella vita di tutti i giorni, basti pensare al respiro composto dai due movimenti di inspirazione ed espirazione che coinvolge tutti gli esseri viventi, alle maree, al sole, ai cicli lunari, ecc. Ma oltre a queste evidenze, il ritmo lo ritroviamo nella vita di tutti i giorni. Quante volte è capitato che in poco tempo si sono accumulati avvenimenti positivi o negativi? Per esempio, nel giro di breve tempo si rompono lavatrice, auto e si prende un brutto malanno e poi per mesi o anni non succede niente e si procede con il tran tran quotidiano. In qualche modo il tempo si contrae e accadono più avvenimenti e poi si espande rallentando e non accade niente di eccezionale. Se riflettiamo sulla preparazione di un esame universitario vedremo una prima fase di contrazione in cui tutte le energie sono focalizzate sull’obiettivo, ci si chiude in casa, non si perde tempo in altro e poi tutta l’energia accumulata viene rilasciata al momento dell’esame: contrazione ed espansione.
Da un certo punto di vista queste considerazioni sono rassicuranti perché si può essere certi che dopo un periodo di contrazione in cui si concentrano più avvenimenti seguirà un periodo di distensione in cui la vita scorrerà più tranquilla. Conoscendo questa legge in qualche modo si possono governare i cicli di contrazione e di espansione. Per esempio una spesa voluttuaria si potrà fare in un periodo di espansione perché si è certi che non ci saranno spese improvvise, o in fase di espansione si possono accumulare risorse per affrontare con maggiore serenità i periodi di contrazione. Abbiamo fatto esempi sul piano materiale individuale, ma tale regola vale a tutti i livelli ritrovandosi a livello sovraindividuale, psichico e spirituale. La legge di contrazione ed espansione è legge universale e la ritroviamo anche a livello cosmico nella vita di stelle e pianeti.
A livello storico è facile individuare periodi di espansione e contrazione osservando la vita di una nazione o di una civiltà. A livello psichico abbiamo fatto l’esempio dell’esame universitario, ma a tutti sono capitati periodi che si è giù senza apparente motivo e altrettanti periodi di euforia inspiegabile. I cicli spirituali sono di più difficile individuazione, ma si possono notare gli effetti. Se siamo completamente immersi nella materialità di tutti i giorni senza che rimanga spazio per lo spirito potremmo essere in un ciclo di contrazione spirituale, notando effetti contrari potremmo trovarci in una fase di espansione spirituale.
I cicli sono di breve, medio e lungo termine e si possono intrecciare fra di loro. Nello stesso tempo si potrebbe essere in un ciclo di contrazione spirituale lungo e in uno di espansione materiale breve. Riuscire ad armonizzare i vari cicli orientando psiche e spirito risulta di gran giovamento.



Vi segnaliamo due libri dell'autore dell'articolo:

La simbologia occulta nella leggenda del Graal


Il papà racconta

lunedì 2 dicembre 2019

Il papà racconta in cartaceo

Vi consigliamo per un possibile regalo di Natale, il libro "Il papà racconta" di Vito Foschi, nostro valente collaboratore, ora finalmente cartaceo.
Il libro di favole forse un po' lontano dalle nostre tematiche, rimanendo sempre nell'ambito del fantastico contiene una favola con dei risvolti simbolici. Lasciamo ai lettori capire di quale favola si tratti. Il libro è composta da dodici favole in 72 pagine con carattere ampio, in modo da rendere la lettura facile anche ai più piccoli.
Vi lasciamo i titoli delle dodici favole:

Il drago starnutente 
Il topolino bianco
Lo scoiattolo pigro
Le cavallette salterine
I maiali e i cinghiali
La fata golosa
Il nano pasticcione
Il Folletto Burlone
L’Elfo miope
Il fabbro felice
I monelli e la strega del mare
Il principe capriccioso

mercoledì 27 giugno 2018

Brevi note sul film Noah


Di Vito Foschi

Il film Noah racconta la storia di Noè in maniera originale rispetto al racconto biblico risentendo molto della cultura moderna ed in particolare delle pensiero ambientalista estremo. Ritroviamo anche alcune teorie moderne su angeli e alieni, anche se tutto sommato in maniera discreta e forse cercando di rendere in maniera visiva alcuni passi della Bibbia su giganti e angeli caduti, di indubbia difficoltà interpretativa.
I dati di un certo interesse del film sono due. Il primo riguarda i cosiddetti vigilanti, essere di pura luce che per amore dell’umanità tradiscono Dio e vengono puniti con il confinamento sulla terra e la trasformazione in esseri fatti di roccia proprio di quella terra per cui avevano tradito. Il loro essere di luce rimane intrappolato in un involucro di terra. Il simbolismo della scintilla divina intrappolato nel corpo umano che anela a ricongiungersi a Dio è piuttosto evidente. Verso la fine del film i vigilanti vengono perdonati per il loro impegno nel proteggere Noè e la sua famiglia, perdendo l’involucro di roccia e terra, tornano esseri di pura luce e volano in cielo tornando a Dio.
Nel film l’umanità corrotta ha devastato la terra rendendola un deserto e dove sorgeva il giardino dell’Eden non rimangono altro che rocce e sterpaglie. Quando Noè ha la visione del diluvio e inizia la costruzione dell’Arca immagina che il nuovo mondo che nascerà dopo che le acque si saranno ritirate dovrà essere senza uomini, perché intrinsecamente volti al male e così il creato sarà un nuovo giardino dell’Eden senza l’uomo che possa distruggerlo. Per questo all’inizio parlavamo di ecologismo estremo. Noè appare un invasato che pensa che l’uomo sia l’origine di ogni male e la natura buona e saggia come un moderno ecologista dimentico della lezione di Leopardi sulla natura matrigna.
Detto ciò, è interessante dal punto di vista simbolico l’Arca che contiene ogni coppia di animali dalle inoffensive colombe ai più pericolosi felini e rettili. L’Arca deve contenere in sé tutto ciò che è necessario per un nuovo inizio: è l’Uno da cui si devono dispiegare tutte le potenzialità. È una sorta di uovo primordiale da cui deve nascere un nuovo mondo.
Noè e la sua famiglia sono discendenti da Seth e rappresentano gli eletti destinati alla salvezza, mentre i discendenti di Caino sono guidato dal re malvagio Tubalcain. La tribù cainita è abile nella lavorazione dei metalli e nella preparazione delle armi e con una determinazione all’espansione e osano sfidare Dio. Quando arriva il diluvio assaltano l’Arca per poterci salire sopra e salvarsi, ma vengono fermati dai vigilanti e solo Tubalcain ferito riesce a salirci. Questo è interessante. L’Arca è l’Uno che deve dispiegare tutte le possibilità nel nuovo mondo: deve dispiegare tutte le coppie di opposti, il bene e il male, la luce e le tenebre, il maschile e il femminile e così via. Tubalcain che sale sull’Arca rappresenta il polo opposto a Noè ed insieme rappresentano la coppia di opposti bene e male che si completa. Ricordiamo che una coppia di opposti ad un certo livello, è un’unità a livello superiore. Tra l’altro, nel film Noè non sembra tanto buono, dato il suo intento di estinguere il genere umano. Anzi, Tubalcain con la sua voglia indomita di vivere e di crescere rappresenta quella forza vitale che spinge alla crescita e all’espansione. Sull’Arca Noè è il portatore di morte e Tubalcain di vita. I due opposti che si completano e si compenetrano.
Tubalcain ha con sé conoscenze legate alle lavorazione dei metalli, mentre Noè legate alla medicina. Simbolicamente i due uomini portano la propria parte di conoscenza sull’Arca in modo che nel nuovo mondo possano essere trasmesse di nuovi uomini. Essendo l’Arca il nuovo principio deve contenere in sé tutte le possibilità e perciò anche la parte di conoscenza della tribù di Caino che salgono a bordo con il suo re.


martedì 8 maggio 2018

Fantasma d'amore

di Vito Foschi



Fantasma d'amore è un film del 1981 di Dino Risi con Marcello Mastroianni e Romy Schneider non troppo noto, ma che gli appassionati di misteri troveranno sicuramente interessante. E' ambientato a Pavia fra l'autunno e l'inverno con la nebbia padana protagonista. Si tratta di una e vera storia di fantasmi italiana ispirata all'omonimo romanzo di Mino Milani. Il protagonista è Nino Monti, agiato commercialista di provincia, sposato senza figli, che una sera incontra una donna malandata e la aiuta. Scoprirà dopo che si tratta di una sua ex fidanzata mai dimenticata. Un amico dottore gli rileva che in realtà la donna è morta 3 anni prima e non può averla incontrata. Non rivelo altro della trama. Il film oscilla fra la storia d'amore, la nostalgia della gioventù e un racconto gotico. Quando uscì non riscosse successo né di pubblico né di critica, ma a parere mio merita di essere visto, perché rappresenta un raro esempio fatto con una certa qualità di una storia gotica italiana. E le nebbie padane e il Ticino sono un ottimo sfondo per certi tipi di racconti.



venerdì 8 dicembre 2017

Il Risveglio della Forza e la rinascita di una catena iniziatica

di Vito Foschi

Il Risveglio della Forza è il settimo capitolo della saga di Guerra Stellari, che come ben esplicitato già nel titolo, racconta di come torna a rivivere l’ordine dei cavalieri Jedi dopo un periodo di eclissi. La saga, come abbastanza noto, più che essere un’opera di fantascienza è tributaria dello studio  “L’eroe dai mille volti” di Joseph Campbell sul mito dell’eroe, da cui George Lucas ha attinto per la sceneggiatura. Lo stesso studioso ha poi collaborato alla sceneggiatura. Da ciò le molte similitudini, per esempio, con i miti arturiani, dall’ordine dei cavalieri, alle spade, alla tavola rotonda dove si riunisce il consiglio dei Jedi. Se si pensa quanto risulta anacronistica la spada, per quanto laser, in un futuro con delle armi capaci di annichilire un intero pianeta: eppure è l’arma principale dei cavalieri Jedi e delle loro nemesi. Spada che come per i cavalieri medievali passa di padre in figlio. Lo stesso Han Solo, contrabbandiere e giocatore d’azzardo ricorda un po’ i cavalieri erranti in cerca di avventure. Per quanto sia un delinquente, stranamente si trova a combattere sempre dalla parte giusta; ha un fido scudiero, Chewbecca, e un’adeguata cavalcatura, il Millenium Falcon.
Il Risveglio della Forza è interessante sotto un particolare punto di vista. L’ordine dello Jedi è sciolto e Luke Skywalker, l’ultimo maestro, è scomparso: in altri termini una società iniziatica non esiste più interrompendo una catena iniziatica. Potrebbe sembrare l’attuale situazione occidentale, in cui non è ben chiaro cosa sia arrivato intatto tramite una trasmissione regolare nelle moderne società iniziatiche.
Nel film, quello ben vivo è il lato oscuro della Forza con il suo Primo Ordine fatto di maestri ed allievi. Anche qui sembrerebbe una situazione in cui la catena iniziatica, per quanto volta al male, si sia interrotta con la morte dell’Imperatore nel sesto film della saga. Interessante che Kylo Ren, fra i protagonisti principale del film e adepto del lato oscuro, conserva come una reliquia il teschio con il relativo casco di Dart Fener, suo nonno materno e anch’egli seguace del male per quanto alla fine della sua vita si redime. Non solo, Kylo Ren, per quanto non ne abbia bisogno indossa un casco che richiama quello di Dart Fener. Questi particolari tendono a creare un legame con il predecessore e servono in qualche modo a mantenere un legame con il passato e a preservare la catena iniziatica. L’indossare il casco è solo un aspetto superficiale, visivo, ma contribuisce a rendere visibile il legame. Il teschio custodito privatamente da Kylo Ren è un legame più forte, fisico e metafisico con il passato.
In questa situazione di sconforto c’è ancora chi crede nella possibilità di ripristinare l’ordine dello Jedi ritrovando l’ultimo maestro scomparso. Leila Organa, generale della Resistenza, ne è convinta. Leila è sorella di Luke e anche se in forma limitata partecipe del potere della Forza. La sua non è solo una convinzione: sa per certo che il fratello è vivo. Infatti, grazie ai suoi poteri, quando muore Han Solo lo percepisce immediatamente. Parte interessante della storia sono le modalità di rinascita dell’ordine dei cavalieri Jedi. Da una parte c’è sicuramente la ricerca attiva ma infruttuosa del maestro scomparso, dall’altra parte c’è la rinascita “spontanea” dell’ordine.
Su un pianeta desertico una ragazza orfana, Rey, sopravvive recuperando rottami. Di notte spesso sogna un’isola in mezzo all’oceano. Dopo una serie di eventi fortuiti, tipici dei film d’avventura, capita nella taverna di Maz Kanata, curiosa aliena di almeno mille anni. È qui, in un luogo mondano, avviene il risveglio della Forza e di conseguenza dell’Ordine Jedi. “Casualmente” il nome Rey ricorda molto la parola inglese ray, raggio in italiano. La ragazza stabilisce subito un buon rapporto con Han Solo dimostrando insospettabili capacità tecniche di pilota non indifferenti. Nella taverna la ragazza sente un irresistibile richiamo che la spinge nei sotterranei dell’edificio. Qui trova un baule al cui interno trova una spada laser. La tocca e riceve la visione degli eventi che hanno coinvolti i precedenti proprietari dell’arma. La donna è predestinata perché possiede la Forza allo stato latente, ma ha bisogno dell’oggetto fisico della spada per risvegliarsi e risvegliare l’ordine iniziatico scomparso. Questo è l’evento interessante del film, perché ci consegna una possibile modalità di risveglio di una catena iniziatica interrotta. Anche senza una continuità da maestro ad allievo, è possibile che individui particolarmente qualificati possano risvegliare ciò che dorme e riallacciare la catena iniziatica. Oltre alle qualificazioni è necessario un qualche forma di lascito; nel caso del film la spada laser appartenuta a Luke Skywalker e prima ancora al padre Anakin. Il contatto con i precedenti maestri crea una particolare aurea che Rey, particolarmente qualificata riesce a percepire. Dopo l’iniziale rifiuto, la ragazza diventa sempre più consapevole dei suoi poteri, che impara ad usare per sfuggire dalla prigionia in cui l’ha costretta Kyle Ren. L’adepto del male viene addirittura sconfitto in uno scontro mentale dalla giovane inesperta.
Alla fine del film viene scoperta l’ubicazione di Luke che è proprio un’isola deserta in mezzo all’oceano, l’isola del sogno ricorrente di Rey. In questo modo la catena iniziatica è in realtà mai interrotta, perché la giovane donna può ricevere gli insegnamenti direttamente dal maestro. Il vecchio Luke è una sorta di maestro superiore sconosciuto che come nei vari miti compare per donare i suoi insegnamenti.
L’interesse maggiore, credo, sia nella possibilità che un individuo particolarmente qualificato tramite una qualche forma di lascito, un oggetto, un libro, dei rituali, possa riattivare una catena iniziatica interrotta. Rey riesce ad usare i suoi poteri e a sconfiggere Kyle Ren ben prima di incontrare il suo maestro. Potrebbe essere che Luke dal suo rifugio sull’isola abbia praticato una sorta di richiamo verso la donna, ma in ogni caso resta l’evidenza che il richiamo si materializza tramite l’oggetto spada ed è sentito solo da uno specifico individuo.

Non conosco direttamente la situazione degli ordini iniziatici occidentali, però un film profano come il Risveglio della Forza regala la speranza che anche in una situazione disastrosa è possibile riattivare un ordine iniziatico.

sabato 8 aprile 2017

La ricerca delle origini nella cerca del Graal

di Vito Foschi

Un altro aspetto della cerca di Perceval è la ricerca delle proprie origini, un tema non in primo piano, ma presente nel racconto di Chrétien de Troyes. All’inizio del racconto troviamo l’eroe adolescente recluso nella Guasta Foresta dalla madre che vuole evitare di perderlo, come successo al marito e agli altri figli morti in battaglia perché cavalieri. La madre tiene il giovane all’oscuro del mondo per evitare che sia tentato dalla vita cavalleresca e perciò Perceval è all’oscuro delle proprie origini ignorando che padre e fratelli erano cavalieri. Addirittura il giovane ignora il proprio nome. Gli rivelerà il nome e le sue origini una sua cugina che incontrerà dopo il fallimento della prova nel Castello del Graal. Gli svelerà anche che il Re Pescatore è suo zio da parte di madre. Infine incontrerà un’eremita che completerà la sua formazione spirituale che si rivelerà essere un altro zio sempre da parte di madre. La ricerca del Graal permette a Perceval di scoprire le proprie origini e il proprio lignaggio e di poter succedere al trono del Re Pescatore. Lo Zio Eremita è un maestro per il giovane e il ritrovare la propria famiglia è anche un ritrovare i membri di una catena iniziatica a cui riallacciarsi. In questo senso Perceval è un predestinato o meglio ha le qualificazioni necessarie per essere iniziato, perché se non fosse partito dalla Guasta Foresta e affrontato le mille prove non sarebbe stato pronto ha ricevere gli insegnamenti dallo Zio Eremita e ovviamente non lo avrebbe neanche trovato.


sabato 4 marzo 2017

Teseo, Arianna e il labirinto

pubblicato su Lex Aurea 41

di Vito Foschi

Il mito di Teseo si presta ad interessanti considerazioni, e già in un nostro lavoro (“E conficcò la spada nella roccia…”, Graal n. 19 gennaio/febbraio 2006) avevamo mostrato la possibilità che fosse stato fonte di ispirazione per i racconti cavallereschi di re Artù, mentre in questo lavoro esamineremo l’episodio dell’uccisione del Minotauro.
Nel mito si racconta che la città di Atene fosse tributaria di Creta e costretta a consegnare ogni nove anni sette fanciulli e sette fanciulle che servivano come pasto per il Minotauro, mostro metà toro e metà uomo racchiuso al centro di un labirinto e di come Teseo interrompa la macabra usanza uccidendo il mostro.
Il Minotauro è frutto dell’amplesso di Pasifae, moglie di Minosse, re di Creta, con il toro sacro a Poseidone; il dio, per punire Minosse per non aver sacrificato l’animale, fece invaghire la donna dell’animale. La forma metà umana e metà animale del Minotauro e il suo concepimento bestiale, in cui la cecità la fa da padrone e in cui il soddisfacimento dei più bassi istinti prevale denuncia il suo rappresentare il dominio degli istinti. Pasifae rappresenta il completo essere fuori di sé, è in qualche modo posseduta da un demone, non viva ma vissuta, con l’io altrove, completamente soffocato. Il Minotauro dominato dagli istinti incapace di vedere in sé il proprio lato umano è il mostro che deve essere sconfitto da Teseo.

Il Minotauro è racchiuso in un labirinto e non ne viene fuori. Cosa impedisce al mostro di trovare l’uscita? La semplice difficoltà? No, il Minotauro è dominato dagli istinti, dalla sua natura animale e il labirinto rappresenta il suo stato spirituale: perso nelle tenebre e nell’ignoranza. Nella mente del mostro regna la confusione, la diritta via è smarrita. Il labirinto rappresenta anche le viscere e quindi le zone infere, i piani inferiori dell’essere da conquistare e superare. Teseo affronta il Minotauro nel labirinto per dominare gli istinti e superare la sua condizione animale. Il filo di Arianna è la diritta via. Il filo è di colore rosso a simboleggiare la regalità di Teseo.
La donna, guida di Teseo, a prima vista sembra un volto della Sapienza, che guida il Sé nel labirinto affinché non smarrisca la strada. È una prova iniziatica e il cavaliere rettamente guidato controlla gli stati inferiori dell’essere e li supera.
Dopo l’uccisione del mostro Teseo prende Arianna con sé per poi abbandonarla su un’isola. Ne esistono varie versioni, in una è Dioniso ad ordinare l’azione, mentre in altre l’iniziativa è di Teseo: un comportamento apparentemente inspiegabile. Arianna gli ha salvato la vita e non ci sono giustificazioni di sorta, però dal punto di vista iniziatico ogni cosa deve essere ricondotta all’unità, gli istinti devono essere domati, ma non si può essere dominati dalla pura razionalità.
Il Minotauro è fratellastro di Arianna a testimonianza della doppia natura dell’uomo che deve essere superata. Come il Beauceant, il vessillo dei templari a scacchi bianchi e neri a testimoniare il bene e il male che convivono in ogni uomo. Questa divisione deve essere superata e deve essere ricondotta ad unità superiore e questo spiega quella parte di mito incomprensibile. I due opposti ad un livello superiore sono complementari e sono ricondotti ad unità. Arianna non a caso è sorellastra del Minotauro, Razionalità e Istinto, termini che devono ambedue essere soppressi per giungere ad uno stato superiore dell’essere dove gli opposti sono ricondotti a unità. Se Teseo non avesse abbandonato Arianna dopo la sconfitta del Minotauro non avrebbe superata la prova perché non avrebbe ricondotto ad unità gli opposti. Solo lasciandosi alle spalle gli istinti e la razionalità può giungere ad un grado spirituale superiore in cui sarà l’intelligenza metafisica a guidarlo, né l’istinto, né la razionalità. Una bella immagine che rende conto dell’unione degli opposti è quella dei racconti arturiani in cui i due draghi bianco e rosso si fronteggiano e si ammazzano a vicenda.
Arianna è aiutata da Dedalo, lo scienziato di corte, uomo razionale, rafforzando l’idea della figlia di Minosse come simbolo di raziocinio. Dedalo è anche colui che costruisce la vacca di legno dove la moglie di Minosse si nasconde per essere posseduta dal bianco toro dono di Poseidone, così generando il Minotauro. In questo episodio raziocinio e istinto sono uniti, ma senza superare la dualità. La razionalità coadiuva la soddisfazione dei bassi istinti: i due aspetti rimangono separati senza completarsi e superarsi. Dedalo è anche l’uomo che costruisce le ali di cera e che precipita. Qui è la pretesa titanica di arrivare a Dio con la razionalità senza usare lo spirito. È l’intelligenza metafisica che guida l’uomo e permette di superare i limiti umani, senza questa è un impresa faustiana, è un discendere agli inferi e sfida a Dio. Pensare che la sola ragione possa permettere di comprendere gli aspetti metafisici è orgoglio e l’anima si perde precipitando negli abissi.

Il termine del racconto è piuttosto tragico quasi a vanificare l’eroismo iniziale di Teseo e anche nel finale, come per Arianna, l’eroe non sembra più tale. Teseo e il padre Egeo avevano concordato un segnale, le vela bianca per la vittoria quella nera per la morte, tema poi ripreso nei racconti di Tristano e Isotta.

Nel viaggio di ritorno la nave dell’eroe affronta una tempesta e un fulmine straccia la vela bianca, e per continuare la navigazione fa issare quella nera. Teseo, dimentico dell’accordo con il padre, in prossimità di Atene non fa cambiare la vela nera e il padre che scrutava l’orizzonte da una rupe vedendo la nave con la vela nera, non resistendo al dolore, si butta giù dalla rupe nel mare che da quel momento si chiamerà Egeo. In alcuni racconti la vela è volutamente lasciata nera per adempiere la profezia della morte del padre. Teseo non fa una bella figura come eroe, prima abbandona Arianna che lo ha salvato poi procura la morte del padre a causa, nella migliore dell’ipotesi, di una distrazione; però se analizziamo il racconto in maniera simbolica i conti tornano. Dopo aver superato la prova ed abbandonato Arianna, quindi superando la dualità istinto/ragione, Teseo è un uomo nuovo e deve rinascere. La morte del padre simboleggia la morte del vecchio individuo e non bisogna scomodare la psicologia con tesi quali il parricidio o il complesso di Edipo. Più semplicemente è l’individuo nuovo che nasce e quello vecchio deve morire. Teseo prende il posto del padre e diventa re di Atene, l’iniziazione è conclusa.

mercoledì 25 gennaio 2017

Il simbolismo del gioco degli scacchi

Pubblicato in Lex Aurea n. 58 del 10 maggio 2015

di Vito Foschi

Il gioco degli scacchi è piuttosto antico godendo di una diffusione planetaria e si presta ad un interessante studio simbolico. Potrebbe sembrare una forzatura, una lettura non corretta, ma ci conforta in tale interpretazione, il ritrovare un uso simbolico della scacchiera nel Medioevo nella bandiera dei templari e uno più propriamente esoterico nel caso della scacchiera dipinta al centro dei tempi massonici.

La scacchiera è quadrata, divisa in caselle bianche e nere. I quattro lati della scacchiera, rappresentano le quattro direzioni e i quattro elementi. Altro numero importante degli scacchi è l’otto. Ogni lato è diviso in otto e il totale delle caselle è 8x8 = 64. L’otto è l’ottagono, figura intermedia fra quadrato, terra e cerchio, il cielo. Indica una tendenza spirituale in sviluppo, uno stato intermedio e il percorso dell’iniziato. La scacchiera non è solo rappresentazione di un campo di battaglia, ma nella sua divisione ottonaria simboleggia l’elevazione spirituale, una spinta verso lo spirito, verso il cerchio, il poligono con infiniti lati.
Otto sono le direzioni della rosa dei venti e ritroviamo la dimensione geografica, ma ancora la croce tridimensionale con le sei direzioni spaziali più l’asse del tempo con le due direzioni del passato e del futuro. Il numero otto è  anche associato al fiore del loto con il suo significato di purezza e di tensione verso il cielo e gli altri molteplici significati.
La scacchiera poteva essere divisa in sette o in nove, ma in un caso sarebbe risultato un gioco più facile, e nell’altro più difficile. L’otto è una sorta di numero di equilibrio fra un gioco troppo facile e uno troppo difficile. Tra l’altro, per gli indiani, inventori del gioco, c’erano otto pianeti, ed è un altro possibile legame con il numero otto.
La scacchiera dal punto di vista macrocosmico rappresenta il mondo, mentre dal punto di vista microcosmico la mappa dello spirito e in particolare lo spirito frantumato dell’iniziato che si accinge alla sfida, un miscuglio di bianco e nero, di luce e tenebre.

Se paragoniamo la scacchiera ad un campo di battaglia non può non venirci in mente “L’arte della Guerra” di Sun Tzu e le massime sullo scansare il pieno e attaccare il vuoto. Se pensiamo ai colori, comunemente associati alla luce e alle tenebre, possiamo associarli anche ai vuoti a ai pieni. Così possiamo associare il bianco al vuoto e il nero al pieno o alla materia. La scacchiera assume una diversa dimensione macrocosmica rappresentando i vuoti dello spazio e i pieni delle stelle e dei pianeti. La battaglia degli scacchi a questo livello è uno scontro fra angeli e demoni. Il vuoto associato alla luce e alla spiritualità; il nero, alle tenebre, alla materia, materia oscura o alla prima fase del processo alchemico, la nigredo, il marcio.
I vuoti e i pieni possono rappresentare la fermentazione, la vitalità, il caos della vita. La partita diventa, quindi, un processo per ordinare il caos o trovarvi una direzione. Lo spirito frantumato che tramite l’azione del Re deve essere ricondotto ad unità. Il re bianco rappresenta il Sé che deve vincere l’Ego rappresentato dal Re nero.
A questo proposito un interessante simbolismo lo suggerisce il libro “Natura simbolica del gioco degli scacchi” di Mario Leoncini di cui riportiamo un passo: «Boucher mette in rilievo il simbolismo delle linee divisorie tra le caselle: su di esse si muoverebbe l’iniziato, alieno dall’abbandonarsi al bianco e al nero, mentre il profano passerebbe dall’uno all’altro senza equilibrio, e scatenando ogni volta reazioni contrastanti».

Il gioco di origini indiane, arrivò in Europa grazie alle mediazioni persiana e araba. In origine il pezzo affiancato al Re era il consigliere, ma nell’Europa si trasforma in regina, perché le pedine vennero assimilati ad una corte. Il passaggio è significativo. La donna ha una sua precisa simbologia e può essere assimilata alla Sapienza. Il Re che rappresenta il Sé ha al suo fianco la Sapienza.

La scacchiera è il campo di battaglia dove si affrontano due eserciti. C’è una precisa disposizione iniziale da cui partono le pedine. Nella disposizione iniziale sono contenuti tutti i possibili sviluppi futuri: dallo stesso inizio si possono sviluppare molteplici battaglie. Essendo una creazione umana le possibilità non sono infinite, ma comunque in gran numero. Questa idea che dallo stesso schieramento iniziale si possano sviluppare innumerevoli possibilità è simbolo dello sviluppo del cosmo. L’Uno iniziale, l’uovo primordiale ha in sé tutte le possibilità di sviluppo futuro, come lo schieramento iniziale degli scacchi. Con lo svilupparsi, il processo di materializzazione si realizza in una precisa combinazione come negli scacchi si realizza una precisa partita. Al termine della partita i pezzi tornano nella disposizione iniziale e può ricominciare una nuova battaglia. Ritroviamo il concetto di ciclicità. Dopo lo svilupparsi completo di un mondo, si torna all’Uno iniziale da dove può ripartire un nuovo sviluppo, un nuovo mondo. Concetto comune nel mondo antico, dal mondo classico, agli indiani e dall’altra parte dell’oceano ai Maya. Gli scacchi, con il loro svilupparsi in battaglia e il ritornare al termine di tutti i possibili sviluppi al punto di partenza, simboleggiano i cicli cosmici.

sabato 24 dicembre 2016

La simbologia occulta nella leggenda del Graal

Con estremo piacere vi segnaliamo il nuovo libro di Vito Foschi dedicato alla leggenda del Graal:

Il libro offre una lettura simbolica del Perceval di Chrétien de Troyes seguendo le lezioni di René Guénon. Dopo una descrizione della struttura del racconto che mette in evidenza una struttura tripartita tipica delle iniziazioni, che permette anche di ipotizzare una conclusione del romanzo lasciato incompiuto dall’autore, si passa ai vari aspetti simbolici contenuti nell’apparente semplice romanzo cavalleresco. Si scopre una ricchezza di simboli e significati molto densa, ritrovando aspetti iniziatici, del simbolismo alchemico, del mito del re sacerdote, il simbolismo dei colori, la simbologia del cuore e aspetti legati ai rituali agricoli e alla fecondità della terra.


Per poterlo acquistare e ve lo consigliamo veramente ;)



lunedì 11 luglio 2016

Pubblicato il secondo volume di Tradizioni e Misteri


Vi presentiamo il secondo volume di Tradizioni e Misteri con articoli di Nicoletta Travaglini, Andrea Romanazzi e Vito Foschi, una pubblicazione non periodica dedicata alle tradizioni e ai misteri. La pubblicazione è aperta alla collaborazione di altri. Per chi volesse proporre dei testi, l'indirizzo mail di riferimento è il seguente: tradizioniemisteri@gmail.com.







L'indice del secondo volume:

IL RISVEGLIO DELLA FORZA E LA RINASCITA DI UNA CATENA INIZIATICA 
LE PLEIADI DI MONTE PALLANO   
I MISTERI DI RENNES LE CHÂTEAU: INTERVISTA A SIMONE LEONI
IL VIAGGIO INIZIATICO DI ALICE NEL PAESE DELLE MERAVIGLIE 
LE MALEDIZIONI NEL MONDO ANTICO
LE TAVOLETTE ENIGMATICHE
IL POPOLO SACRO AL SAMBUCO
SCIAMANESIMO E DRUIDISMO: UN UNICO PERCORSO

Sperando che l'opera possa risultare gradita ai più, precisiamo che è liberamente scaricabile e distribuibile senza apportare modifiche.

https://drive.google.com/open?id=0B9gAVKKaFP9cNkRKa0t6NGd4elU